venerdì 22 marzo 2013

AYURVEDA - SCIENZA DELLA VITA

Origini e Significato

"Ayurveda" è il nome con il quale si definisce la MEDICINA TRADIZIONALE INDIANA che si sviluppò oltre 5000 anni fa. Il termine è composto da:

AYU - VITA
VEDA - CONOSCENZA

Questo indica che questa disciplina non si limita alla cura delle malattie-sintomo fisiche, ma si propone la conoscenza di tutte le sfere e di tutti gli ambiti della vita. Racchiude in sè l'arte e la scienza del vivere in buona salute.

OLTRE A CURARE GLI SQUILIBRI DEL CORPO, SI OCCUPA ANCHE DELLE DISARMONIE RELATIVE ALLA MENTE E ALLO SPIRITO.

Leggenda: impietositi dai tormenti che affliggevano l'umanità, gli Dei trasmisero queste conoscenze ad alcuni eletti, i RISHI. L'ayurveda avrebbe dovuto insegnare all'uomo come mantenere sani corpo, mente e spirito attraverso una dieta e uno stile di vita appropriati, in modo che egli fosse libero di dedicare tutte le sue energie al cammino spirituale.

L'ayurveda affonda le proprie origini nel CHARAKA SAMHITA: untrattato che risale a 3500 anni fa, e che a sua volta si basava sul AGNIVASH SAMHITA, l'opera più antica di quei tempi.
Uno dei rami dell'ayurveda che si occupa della guarigione delle malattie, chiamato KAYA-CHIKITSA è strutturato in maniera organica secondo terapie, patologie, anatomia, fisiologia, farmacologia.

Principi dell'Ayurveda

Il principio che ispira la medicina tradizionale indiana è il BINDA-BRAHMANDA ovvero l'unità tra microcosmo e macrocosmo quindi tra uomo e natura.

Secondo questo principio, tutto quello che accade in natura si riflette in modo identico nell'uomo.
I 5 principi primordiali da cui scaturisce il macrocosmo - etere, aria, acqua, fuoco e terra - sono alla base anche del corpo umano e agiscono al suo interno sotto forma di 3 DOSHA (energie):
  • VATA (etere e aria)
  • PITTA (fuoco e acqua)
  • KAPHA (acqua e terra)
Ogni persona è classificata dunque in una tipologia differente, a seconda di quale dei 5 elementi costitutivi prevale in lei, elementi che ne determinano l'aspetto, il carattere, l'emotività, la predisposizione a contrarre malattie e così via.

Il presupposto della salute e del benessere è che i 5 elementi interagiscano armoniosamente nel nostro organismo, ma analogamente a quanto accade in natura, anche nell'uomo sono sono soggetti ad oscillazioni periodiche, volontarie o involontarie.
Per vivere in sintonia con queste oscillazioni e restare sano, ognuno di noi deve adeguare l'alimentazione e lo stile di vita ai cicli naturali, tenendo però sempre in considerazione il proprio Dosha di appartenenza: PRAKRITI.

L'ayurveda si basa sul principio universale:
"guarire tutto curando uno - guarire uno curando tutto"
Concetto che esprime la sapienza degli antichi saggi che nella loro ricerca penetrarono i segreti più intimidella natura e trovarono un sistema di cura che è innanzitutto una medicina preventiva, che aiuta l'uomo a mantenere la salute, lo stato per lui naturale, ed avere una lunga vita.

Concetto di Salute secondo l'Ayurveda

L'ayurveda definisce lo stato di salute, inteso non soltanto come assenza di patologie, ma piuttosto come condizione complessiva in cui gli elementi sono in equilibrio tra loro.
Salute significa stabilità in se stessi, vale a dire uno stato di armonia con il proprio mondo interiore  e con la propria anima.
Per la medicina indiana non esistono patologie soltanto fisiche o soltanto psichiche, ma ogni malattia è psicosomatica.
L'idea di salute prende in  considerazione anche la capacità dell'individuo di sviluppare un rapporto sereno con la vita, di gestirla secondo le proprie predisposizioni e di generare così felicità per se stessi e per gli altri.

La malattia non è mai un fatto isolato e le terapie ayurvediche non curano solo un sintomo o un organo in particolare, ma la persona nella sua totalità. 
Vengono privilegiate le cure lente e graduali e le prescrizioni consistono in norme igeniche, alimentari e comportamentali, preparati a base di erbe, minerali e metalli, infusi, massaggi, yoga e meditazione.

Le terapie non vengono prescritte allo scopo di distruggere un organismo invasore, ma per ristabilire un equilibrio energetico che renda impossibile la sopravvivenza di virus e batteri all'interno dell'organismo in un sistema immunitario rafforzato.

CHARAKA SAMHITA definisce l'ayurveda:
"la disciplina grazie alla quale è possibile distinguere i modi di vita sani e felici da quelli malsani e infelici, grazie alla quale è possibile sapere cosa giova e cosa nuoce alla salute e alla felicità, e conoscere la vera natura della vita"

Salute quindi è uno stato continuo di benessere e di appagamento, di felicità fisica, mentale e spirituale.

I 5 Elementi

1) TERRA:
Universo: fornisce solitità e compattezza, struttura il pianeta e da sostegno e nutrimento agli esseri viventi.
Corpo umano: struttura ossea e muscolare che da forma e sostegno al corpo stesso
Eccesso di Terra: pesantezza grossezza e lentezza nei movimenti.
Può essere provocata dal consumo esagerato di carne, minerali e dolci.

2) ACQUA:
Universo: caratterizzata da umidità, fluidità, nutrimento, vischiosità e pesantezza.
Eccesso o Scarsità possono creare dei danni nell'universo e nella vita degli esseri viventi.
Corpo umano: plasma, protoplasma, citoplasma, fluidi linfatici.
Eccesso di Acqua: grossezza ed edema
L'eccesso  può essere provocato dal consumo eccessivo di latte, succhi di frutta zuccherati, olio, acqua e burro.
Scarsità di Acqua: disidratazione generale o locale

3) FUOCO:
Universo: calore e intensità. Energia e nutrimento delle piante.
Un eccesso brucia. La scarsità impedisce la crescita.
Corpo umano: digestione e metabolismo. Regola la secrezione degli enzimi, dei succhi gastrici, il sangue, il ciclo metabolico.
Eccesso di Fuoco: sensazione di bruciore
Scarsità di Fuoco: altera le funziono metaboliche e digestive, ostacolando la crescita del corpo.
L'eccesso è dato da cibi piccanti e speziati.

4) ARIA:
Universo: leggero secco, freddo, instabile e impercettibile. Responsabile del movimento della materia.
Corpo umano: movimento degli arti e dei muscoli, fluire dello sperma, ciclo mestruale, urina, defecazione, trasmissione degli impulsi nervosi, respirazione.
Eccesso di Aria: corpo leggero, magro e conduce a malattie connesse alla mobilità (artrite, asma, stitichezza, sclerosi multipla, Parkinson). Stabilità mentale e fisica disturbata.
L'eccesso è dato da lenticchie, fagioli e ceci.

5) ETERE - SPAZIO:
Universo: lo spazio che contiene le cose. Leggerezza, morbidezza, impercettibilità, volatilità. Lo spazio è il vuoto nell'universo che consente la mobilità. (se una stanza è piena di oggetti solidi, il movimento sarà limitato)
Corpo umano: numerose strutture vuote, tratto digestivo, vasi sanguigni, pori, spazi dentro alle orecchie, Permettono tutti il passaggio di solidi o liquidi.
Scarsità di Etere: se non ho spazio, ho un blocco che mi provoca limitazioni.


Principio TRIDOSHA



 Nel microcosmo dell'uomo l'energia vitale (PRANA), genere 3 forze fondamentali chiamate Dosha, che sono:
- VATA - flusso
- PITTA - energia
- KAPHA - struttura
Per godere di buona salute, l'uomo deve avere in perfetto equilibrio tutti i Dosha.
Qualsiasi squilibrio provoca malattia.

Il loro studio è indispensabile per capire lo stato delle persone, la loro costituzione, le loro malattie e per scegliere la terapia più indicata, massaggio compreso.
L'eccesso o la carenza dipende sempre da un'ereditarietà, dai pensieri, dall'alimentazione e stile di vita.

I DOSHA E LE RELATIVE PARTI DEL CORPO
Ogni parte del nostro corpo subisce l'influenza di uno dei tre dosha.

Ogni dosha a sua volta si suddivide in cinque subdosha, che hanno sede in una specifica parte del corpo dove si possono manifestare dei disturbi in caso di squilibrio. Essi sono importanti al fine di effettuare una diagnosi con maggiore precisione ed agire con il rimedio più opportuno.
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Il cambiamento dei Dosha nel nostro corpo è anche strettamente legato allo scorrere del tempo.
Diminuiscono o aumentano in relazione ai diversi momenti della giornata e all'alternarsi delle stagioni.

Momenti della giornata

6.00 - 10.00 
KAPHA domina, in queste ore, tutti i movimenti diminuiscono, se si dorme oltre le sei è più difficile alzarsi e ci si sente intontiti. Le ore in cui domina Kapha, sono ore in cui l’energia si acquieta favorendo il riposo del sonno che verrà facilmente.

10.00 - 14.00
PITTA domina, il metabolismo si attiva fino ad arrivare al suo massimo alle 12.00, questa è l’ora migliore per fare il pasto più importante e prendere le vitamine per un miglior assorbimento.

14.00 - 18.00 
VATA domina, ore in cui aumentano il movimento e le attività.

18.00 - 22.00
KAPHA, ci porta scarsa energia ed inerzia.

22.00 - 2.00
PITTA domina, ore in cui i sogni sono attivi e colorati e per il sonno profondo. Se capita d’essere sveglio il metabolismo sarà portato a richiedere uno spuntino a notte tarda e a fare attività, cosa di cui ci si pentirà il giorno seguente.

2.00 - 6.00
Ore in cui VATA domina, se si medita alle cinque del mattino, l’energia concentrata che si crea resterà con noi per tutta la giornata. Dormendo oltre le sei si passa nel periodo letargico di Kapha.

Stagioni
- Inverno: Kapha e Vata;
Stagione del letargo, aiutata da vata con i problemi influenzali.
- Primavera: Kapha e Pitta
Apatia primaverile (Kapha) + Voglia di fare (Pitta)
- Estate: Pitta
Porta maggiore energia ma anche problemi legati alla pelle
- Autunno: Vata
Stagione ventilata fredda e malinconica

Cicli di Vita
- Infanzia - 12/14 anni: Kapha
- 12/14 anni - 40/45 anni: Pitta
- Oltre 45 anni: Vata


Prakruti: costituzione psico-fisica individuale
La parola prakriti (o prakruti ) significa "natura", più precisamente è la "forma originale", da pra = inizio e kruthi = formare. La malattia compare quando ci si discosta da questa forma originale con un cambiamento a livello psicologico o fisiologico.
La Prakruti, costituzione psico-fisica individuale, è determinata dalla proporzione con la quale i 3 Dosha si manifestano.
La prevalenza di uno o più Dosha determina le tendenze individuali verso specifiche qualità, fisiche e psicologiche, e la propensione verso determinate manifestazioni di squilibrio, eccessi e malattie tipiche di quel Dosha.
Individuare la Prakruti di un individuo è quindi fondamentale per stabilire quali sono le indicazioni più corrette (alimentazione, stile di vita, pratiche quotidiane e stagionali, ecc.) al fine di mantenere l’equilibrio dei Dosha e come intervenire in caso di squilibrio. 

Le 7 tipologie di Prakruti
Ogni Prakruti è unica, come il DNA, ma è possibile identificare tipologie di Prakruti che possiedono caratteristiche simili.
Per determinare la Prakruti si devono osservare le caratteristiche fisiche, psicologiche e cognitive dell'individuo.

"A seconda di quale Dosha prevalga nel seme, nell’uovo, nel cibo e nelle attività della gestante, nell’utero e nella stagione (del concepimento) sette tipi di Prakruti sono prodotte".
Asthanga Hrdaya, Sa, III, 83

Secondo l'Ayurveda ci sono altri fattori responsabili nella formazione della prakriti, questi fattori operano a un livello molto sottile e potrebbero essere comparati a quel che noi chiamiamo fattori ereditari.
  • Famiglia: soprattutto il carattere e il comportamento dei genitori e dei nonni influenza la natura psico-fisica del bambino.
  • Ambiente culturale: il carattere dell’ambiente culturale, religioso e sociale in cui nasce un bambino influisce sulla sua natura.
  • Luogo di nascita: a causa delle differenti condizioni climatiche ed ambientali il bambino assume alcune qualità particolari. Per esempio le persone nate nei climi caldi hanno la pelle più scura e sopportano meglio il clima caldo.
  • Età dei genitori: in Ayurveda si dice che i bambini nati da genitori di diverse classi di età hanno certe qualità specifiche. In tarda età, per esempio, il seme diventa debole e questo influenza la prakriti del bambino.
  • Periodo dell'anno: i bambini nati in diversi periodi dell'anno possono avere certe caratteristiche ed abitudini particolari. Questo concetto viene spiegato bene nella scienza dell'astrologia vedica (lo Jyotish è parte della letteratura vedica ed è uno strumento utile per capire le caratteristiche individuali). Che ci si creda o no, differenti periodi dell'anno sono in relazione a diversi pianeti. Per esempio, un bambino nato in un periodo in cui Saturno è forte avrà caratteristiche diverse da uno nato nel periodo in cui predomina Giove.
  • Caratteristiche individuali dei genitori: come il tipo di famiglia o la classe sociale influenza la prakriti del bambino, così le caratteristiche uniche e individuali dei genitori hanno la loro influenza.
Secondo la predominanza di uno, due o tutti e tre i dosha, sono possibili sette tipi di costituzione:

1. Vata
2. Pitta
3. Kapha
4. Vata - Pitta / Pitta - Vata
5. Vata - Kapha / Kapha - Vata
6. Pitta - Kapha / Kapha - Pitta
7. Vata - Pitta - Kapha (Sama Prakruti)

La maggior parte delle persone è una combinazione di due dosha, esse possiedono le caratteristiche di ambedue i dosha secondo la percentuale della combinazione. Più raramente si ha la predominanza di un solo dosha, mentre estremamente rara è l'ultima combinazione, che è il tipo migliore di costituzione, perché lo stato equilibrato dei tre dosha neutralizza le loro cattive qualità.
La costituzione individuale differisce anche per la predominanza dei tre guna, le qualità della natura: Sattva, purezza, Rajas, energia, dinamicità e Tamas, inerzia. Così abbiamo costituzioni sattviche, rajasiche e tamasiche che, insieme con la predominanza dei dosha, danno luogo a una serie di sub-costituzioni. A questo punto il discorso diventerebbe troppo ampio per essere trattato in questa sede, quindi ci limiteremo a prendere in considerazione solo le costituzioni basate sui tridosha.

Caratteristiche dei vari tipi di prakriti

Vata
Le qualità predominanti di vata sono: freddo, secco e irregolare.
I tipi vata possono essere molto alti o molto bassi con una struttura ossea esile e con scarsa massa muscolare. La qualità arida di vata si manifesta con pelle secca e ruvida, articolazioni che scrocchiano, capelli secchi, ruvidi e ricci, occhi piccoli, asciutti e infossati, unghie fragili. Il tipo vata soffre il freddo e spesso lamenta problemi di circolazione.
L’appetito e la digestione sono variabili, hanno abitudini alimentari irregolari che peggiorano la capacità di digestione. In genere soffrono di stitichezza. Sonno a volte disturbato per la naturale tendenza all’eccitazione.
Sono persone, attive, irrequiete, parlano velocemente e si muovono in fretta, hanno rapide fluttuazioni di energia per cui si stancano facilmente e a volte non riescono a sostenere l’attività frenetica che a loro piace tanto.
Psicologicamente i tipi vata sono dotati di grande creatività e particolare predisposizione alle attività artistiche. Per la loro natura instabile diventano a volte nervosi, timorosi e spesso sono afflitti da molte ansietà anche se non esistono problemi reali. Veloci ad apprendere ma altrettanto veloci a dimenticare. Scarsa forza di volontà, poca tolleranza e fiducia in sé stessi. Tendono a guadagnare denaro velocemente e a spenderlo velocemente.

Pitta
Le qualità predominanti di pitta sono caldo, oleoso e irritabile.
Le persone pitta sono di altezza e corporatura media con struttura ossea e massa muscolare ben formata. Pelle soffice ed oleosa, chiara, ricca di lentiggini e nei, si arrossa facilmente al sole e hanno tendenza a soffrire di eruzioni cutanee. Capelli dritti, chiari, di colore rosso, biondo o bruno con tendenza a prematura perdita e imbiancamento. Occhi acuti, grigi, verdi o bruno-ramati.
Metabolismo forte e buona digestione. Tendenza alla sudorazione eccessiva, mal sopportano il caldo, la luce solare e il lavoro duro. Producono molta urina e feci molli ed abbondanti. Sonno di media durata ma ininterrotto.
Psicologicamente hanno grande intelligenza, buona capacità di comprensione e discriminazione. Portati naturalmente al comando hanno un forte spirito competitivo, sono ambiziosi, amano la prosperità, gli agi, le cose lussuose che esibiscono con piacere. Avendo una natura focosa, quando sono messi sotto pressione, tendono a essere aggressivi, critici, polemici e possono anche essere distruttivi.

Kapha
Le qualità predominanti di kapha sono freddo, umido, stabile.
I tipi kapha hanno generalmente una corporatura solida, massiccia, ben sviluppata, con torace ampio. Atleti naturali dotati di ottima resistenza allo sforzo e alla fatica tendono ad ingrassare se non si tengono in esercizio. Pelle soffice splendente ed oleosa. Capelli fitti, scuri, soffici e ondulati. Occhi grandi e scuri.
Hanno un appetito regolare ma digestione e metabolismo in genere sono lenti. Tendono a muoversi lentamente, fanno fatica a mettersi in attività ma una volta entrati in azione sono dotati di eccezionale resistenza. Evacuazione lenta con produzione di feci molli e di colore chiaro. Sonno profondo e prolungato.
Essendo generalmente sani, felici e pacifici, psicologicamente i tipi kapha sono tolleranti, calmi, indulgenti, affidabili. Lenti ad apprendere, quando hanno acquisito la comprensione di una cosa non la dimenticano più. Hanno una naturale tendenza all’accumulo e per questo a volte possono esibire caratteristiche di avidità, attaccamento, invidia, ossessività. Sanno guadagnare il denaro e hanno la capacità di conservarlo.
Veniamo ora a un breve profilo delle costituzioni in cui prevalgono due dosha , esse riguardano la maggior parte degli individui. Molte caratteristiche della persona saranno una combinazione dei due dosha oppure gli influssi dei due fattori compariranno a fasi alterne.

Vata – Pitta
Nei tipi vata-pitta si uniscono la volatilità, la leggerezza e l’intensità dell’aria e del fuoco.
Rispetto al vata puro hanno una corporatura snella ma più vicina alla media, una digestione più forte e maggiore tolleranza al freddo. Queste persone uniscono l’originalità e la creatività del vata con la determinazione e l’intraprendenza del pitta. Sono persone di grande intelligenza e quando lo stress li mette sotto pressione possono rispondere con un’alternanza di paura e di rabbia.
Hanno bisogno soprattutto di stabilità, la caratteristica del kapha, che equilibra la loro volatilità.

Pitta – Kapha
In questi tipi si combinano l’energia del fuoco e la stabilità dell’acqua dando luogo a un individuo di straordinaria forza fisica, dotato di ottima resistenza, buona salute e grande sicurezza anche a livello psicologico. Hanno una corporatura forte e muscolosa, digestione buona di tipo pitta . Hanno energia stabile unita a grande resistenza quindi sono naturalmente portati all’atletica. La stabilità del kapha e la forza del pitta a volte li porta alla rabbia e alla critica, all’arroganza e all’insensibilità. Hanno bisogno della leggerezza e della flessibilità del vata che equilibra i loro tratti negativi.

Vata – Kapha
In questa costituzione convivono le qualità diametralmente opposte dell’aria e dell’acqua che condividono invece la freddezza. Le caratteristiche fisiche sono generalmente nella norma anche se l’altezza tende a essere superiore alla media. Possono avere la digestione lenta o irregolare e hanno una spiccata avversione per il freddo essendo in questa costituzione carente l’elemento fuoco.
Sono persone profondamente sensibili, umili e adattabili, possono essere dotate di buone qualità creative ed artistiche oppure possono essere portati alle attività sportive per la buona resistenza di cui sono dotati. La freddezza di vata e di kapha si può riflettere nel carattere che può essere carente di motivazione, passione ed entusiasmo. Hanno bisogno soprattutto di calore, in tutti i sensi.

Vata – Pitta – Kapha
Questo tipo di costituzione è molto raro ed è anche difficile da descrivere perché accomuna le qualità e le caratteristiche di tutti e tre i dosha . Fra tutte è comunque la costituzione più equilibrata, con la tendenza a godere di lunga vita, buona salute, buone difese immunitarie. Malgrado ciò, quando si ammalano, sono i tipi più difficili da curare proprio perché manca nella costituzione la prevalenza di un dosha che aiuta a identificare le predisposizioni naturali alle malattie e il modo di riportare l’equilibrio.

Prakriti e Vikriti : costituzione di base e squilibrio dei dosha
Per determinare la costituzione ayurvedica di una persona non bisogna confondere quella che è la costituzione di base che non cambia dalla nascita fino alla morte (prakriti ), con ciò che è uno squilibrio dei dosha (vikriti ).
A causa dello squilibrio dovuto all’aumento di un dosha , per esempio per errate abitudini alimentari, si avrà nella persona l’evidenza delle caratteristiche di tale dosha . Questa condizione potrebbe trarre in inganno se si cerca di determinare la costituzione individuale osservano le cose troppo superficialmente.
Prakriti e vikriti sono due concetti separati che non vanno confusi tra di loro.

La prakriti o costituzione della persona è lo stato naturale che non significa squilibrio dei dosha . Se si ha una costituzione vata ciò non significa che si ha uno squilibrio di vata, ma significa che si ha una naturale predominanza del dosha vata nella costituzione e ciò non comporta squilibrio nei dosha o stato di malattia.
La vikriti o stato squilibrato dei dosha è lo stato di malattia che può riguardare uno qualunque dei tre dosha , anche quelli che non predominano nella costituzione individuale. Il medico ayurvedico deve ben distinguere fra questi due concetti e, individuati i dosha che sono in squilibrio, deve cercare di riportarli al loro naturale equilibrio con le terapie adatte.

Individuare la propria costituzione
La determinazione della propria costituzione secondo l’Ayurveda sta diventando una curiosità che affascina le persone così come l’appartenenza ai vari segni astrologici. I libri e i siti internet che riguardano l’Ayurveda sono pieni di questionari per determinare la costituzione e ultimamente anche su certi settimanali da leggere d’estate sotto l’ombrellone si trova la descrizione della costituzione e i test per determinarla.
Un questionario, anche se fatto bene, può dare solamente una vaga idea di quella che può essere la costituzione individuale. Per avere una diagnosi corretta, normalmente è necessaria la visita di un medico esperto in Ayurveda.
Per determinare la propria costituzione con lo stesso risultato dei test che si trovano in giro, bisogna soprattutto esaminarsi il più onestamente possibile, cercando di resistere alla tentazione di vederci come vorremmo essere anziché osservarci come realmente siamo.

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